L'incontro

 

                                                           ...correva l'anno 2004 ed era febbraio. Entrato in un concessionario Guzzi, lui era là, serio, scuro e accigliato per il forzato riposo che si protraeva ormai da troppo tempo. “… vecchio no”,  pareva dire, “e… forza ne ho tanta; mi sento un ragazzo entusiasta, ma pare che nessuno mi voglia ancora…”

                   Arturo era là bellissimo, lucido, scintillante e nero, ma anche, ahimè, enormemente lontano dalla mia disponibilità finanziaria: in quel salone Moto Guzzi, ero infatti entrato per cercar di vendere una delle mie due moto, un modello meno pregiato e di più basso valore.

                   Dunque il desiderio di assecondare Arturo, nella sua irrefrenabile voglia di strada e di vento, non poté aver seguito nella mia mente razionale: dovetti accontentarmi di ospitarlo in un angolo segreto, con altri irraggiungibili sogni.

  

L'Acquisto

 

                   Ma la vita “gira” e nel febbraio 2005, viene la mia decisione, più forte e determinata, di vendere i due “Nuovo Falcone” che ho restaurato e che uso, per dedicarmi ad un turismo più “impegnato”; in pochi giorni, improvvisamente e inaspettatamente, realizzo quanto non son riuscito a fare in un anno di incerte e indecise trattative: ambedue le moto trovano nuovi proprietari. 

                   Ora la borsa è più ricca e mi ricordo di Arturo: chiamo il concessionario senza alcuna speranza di trovare ancora il “bufalo” nero. Invece lui è li (… come non credere alla predestinazione ?!), c’è ancora, il prezzo è ok e vado a vederlo: questa volta pare meno “nero”… sorride… è mio…

 

Aspettando Arturo…

 

                   Il concessionario allunga i tempi e ritarda la consegna, in attesa di effettuare le verifiche e le revisioni che mi ha promesso prima di darmi la moto (in realtà non mi cambierà neppure l’olio).

                   Nell’attesa mi consolo guardando e riguardando le foto che ho fatto durante la prima visita e mi “immergo” in Internet, alla ricerca di tutte le informazioni disponibili sul modello, sulle caratteristiche e sulle prestazioni.

                   Si tratta di una Moto Guzzi V7, modello 850 GT,  cambio a destra, 5 marce; è la terza serie del V7, con le importanti modifiche introdotte dal 1972 (cilindrata aumentata e 5° marcia).  E’ stata prodotta in due versioni: “850 GT” e “GT California”. Arturo è un 850 GT (anche se sui fianchetti c’è la scritta “California”); è stato immatricolato nel gennaio 1974 e quindi sicuramente prodotto nel 1973. Prestazioni eccellenti per l’epoca: 64 CV di potenza e velocità massima oltre i 190 Km/h.

 

La Storia

 

                   Dal libretto di circolazione, che finalmente mi arriva, conosco il nome del primo proprietario del 1974: abita a Torino, o meglio, abitava, perché sull’elenco telefonico non c’è più. Non mi arrendo e provo una ricerca in Internet: non solo esiste, ma ha anche un sito dedicato ai suoi viaggi e alle sue avventure. Accedo e, con mia sorpresa, la seconda foto è di Arturo, che corre nel deserto e la didascalia recita:

 

“Desert Algerienne, 1977: me and my wife on the road to Tamarasset, Moto Guzzi 850 GT”

  (Deserto algerino,1977: io e mia moglie sulla strada verso Tamarasset, Moto Guzzi 850 GT)

 

 

Caspita!!!…il “cammello” (click)

 

 

                   Sul sito c’è un indirizzo e cerco di contattare l’interessante personaggio: “… è all’estero…” mi dicono al telefono della sua ditta “… ritorna tra qualche giorno”. Lo penso in Africa e spero che qualche leone non se lo mangi prima che possa parlare con me e raccontarmi la storia di Arturo. Poi finalmente una mattina mi chiama,  felice di aver notizie della sua moto: deve rappresentare molto per lui e per la sua compagna, perché oltre ai viaggi in Africa, c’è stato in viaggio di nozze in Grecia, a Istambul  e un po’ in tutta Europa… e bravo Arturo!

                   Cesare ha la mia stessa età, ha vissuto una vita avventurosa, viaggi in luoghi bellissimi e Arturo l’ha accompagnato per tutta la sua giovinezza e la prima maturità.

                   Negli anni ‘80, aumentata anche la famiglia, Cesare si appassiona di barca a vela e quindi più ai viaggi per mare, che per terra: il “cammello” viene prima trascurato e infine dimenticato in un angolo del suo box. Ogni tanto Cesare lo guarda, lo accarezza, vive con rimpianto bellissimi ricordi, ma deve limitarsi a questo (una moto di questo  “peso” va tenuta in costante efficienza e non si può riavviare una volta all’anno, senza adeguate revisioni, come se fosse un motorino).

                   Nel 2001, la svolta: Cesare cede il “cammello” all’amico Umberto, a patto che lo riporti agli originali splendori, avviando un recupero e restauro completo. Restauro che, con molto impegno e dedizione (con viaggi a Mandello, ricerca di pezzi originali e ricromature), Umberto  porta a termine nel 2002/2003.

                   Ma perché lo vende ora? La domanda è lecita ma non trova affatto risposta nel disinteresse e non amore per la moto, anzi. Le motivazioni sono le stesse che hanno spinto chi scrive a vendere due moto amatissime, restaurate personalmente, vissute sino al più piccolo bulloncino e soprattutto, una delle due, fedele e impavida compagna di viaggi e avventure: meglio privarsi della moto e saperla in mano a persone che l’apprezzano e la fanno “volare”, piuttosto che tenerla inattiva in un angolo (ovviamente ci possono anche essere considerazioni finanziarie, ma non sono sempre le più influenti sulle decisioni) .  

                                  Ora Arturo, “il cammello” era mio, insieme, ne avremmo fatte delle belle e…la storia continua…