Moto Guzzi V7

 

La Storia delle “Creole” (V7 700 2° serie 1975/76)  Ricerca di Franco R. e  Davide M.

 

 

                                     Fin dalle origini la V7 fu una motocicletta molto apprezzata e richiesta dalle Pubbliche Amministrazioni italiane e straniere, per le quali, era stata espressamente progettata e creata.
              La richiesta fu abbastanza costante lungo tutto l'arco del decennio 1966-1976; tuttavia, a causa della crisi petrolifera e dell’evoluzione tecnica sia delle altre case costruttrici che della stessa Moto Guzzi (1), svariati lotti di V7, già in produzione per Enti Pubblici, negli anni 1974/75, vennero disdetti in favore dei nuovi modelli.

 

              Le moto non ritirate furono disassemblate e riverniciate in un particolare colore, il cosiddetto "rosso Benelli" (2), per essere proposte sul mercato privato, a prezzo “interessante”.

              Esaurita la riconversione delle V7 "ex P. A.", in Guzzi, ci si rese poi conto che, a magazzino, c’erano componenti e ricambi in eccedenza, tale da consentire la produzione di altri esemplari di “V7 rosse”: quindi l’offerta continuò, ancora a buoni prezzi e su richiesta di clienti e concessionari, per tutto il 1976 e oltre (alcune pubblicazioni parlano di ultimi esemplari completati nel 1977).

 

                 Di questa versione della 700, molto simile, per dotazioni ed insegne, a quella fornita alla Polizia Stradale, dovettero quindi, uscire, dai cancelli della Guzzi, nel biennio 1975/1976 (1977), alcune centinaia di esemplari; destinati prevalentemente al pubblico privato e a prezzo, come già detto, molto appetibile (“dovettero” perchè i dati in possesso della stessa Moto Guzzi sono incompleti e le varie fonti, al riguardo, discordanti; pare anche – cosa non certa e tutta da provare - che la Moto Guzzi, per ottimizzare l’archiviazione e l’annotazione delle commesse, operasse dei “salti” nella numerazione dei telai: questo “dubbio”, a distanza di anni, non permette di sapere, con buona certezza, i numeri esatti degli esemplari prodotti per modello).


              Le V7 “ibride" (o, anche, dette “Creole”, o “700 Rosse”) avevano caratteristiche tipiche sia della prima “700”, che della più recente “850 GT”.

Caratteristiche della V7 700 erano:
- il motore 703,7 cc (ma con carter nervato, meno soggetto a rotture);
- il cambio a 4 marce, a carter liscio (senza le nervature di rinforzo introdotte col 5 marce dell'850 GT);
- il cruscotto del primo tipo, con il solo conta-km, molto simile a quello montato da gran parte delle versioni della Fiat 500;
- l'aspetto esteriore (a parte il colore);
- la sella monoposto. a molle posteriori delle Pubbliche Amministrazioni e, talvolta, montato sul parafango posteriore, il portapacchino col sedile a cuscinetto rettangolare per il passeggero, tradizionale Guzzi;
- spesso, barre paramotore anteriori con i fori predisposti per i paragambe invernali e le sirene, accessori mai montati sugli esemplari prodotti per il mercato "civile".

Caratteristiche della 850 GT erano:
- il freno anteriore a 4 ganasce
- il carter motore con le nervature di rinforzo
- la coppia conica posteriore, con la scatola più grande e la tipica "coppetta" inferiore che permetteva di aumentare la quantità d'olio della trasmissione finale.

- Il serbatoio, con guance cromate, poteva essere sia il tipico più squadrato da 20 litri, che il più bombato sui fianchi da 22 litri; il colore era più frequentemente rosso (ma esistono molte eccezioni).

 

- Le grafiche erano caratteristiche:
serigrafate, del tipo V7 special, ma di colore bianco; scritta "V7 700cc" in bianco sui fianchetti, fasce bianche su fianchetti e bauletti laterali; doppi filetti bianchi sui parafanghi e sulla faccia superiore del serbatoio; ancora, sui fianchi del serbatoio, la scritta “Moto Guzzi” tra righe bianche e aquila bianca, o anche, ma solo a richiesta, i tipici filetti bianchi, a ricciolo, a contorno delle guance e della scritta “Moto Guzzi”; livrea molto simile agli esemplari della Stradale.

Va infine detto che il cliente finale, tramite il suo concessionario Guzzi, ferma restando l'impostazione di base, poteva decidere di apportare modifiche all'estetica della moto prenotata. Questo spiega la presenza, su molte “Creole”, di varianti esistenti fin dall'origine: ad esempio presenza del "cupolone" (tipo P.A.); delle borse laterali (tipo V7 o tipo California); di colore nero e parafanghi cromati; del manubrio "a corna di bue" montato sull'850 GT California e sulle moto da esportazione negli Stati Uniti; del classico sellone biposto lungo oppure della sella mono-posto militare.
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(1) In Moto Guzzi, l'imminente lancio della serie 850 T proponeva, finalmente, l'adozione dei freni a disco, prima sulla ruota anteriore (serie "T") e poi anche su quella posteriore unitamente alla "frenata integrale" (serie "T3"); inoltre, ciclistica migliorata dal nuovo telaio di derivazione V7 sport, alternatore sull'albero motore al posto della dinamo azionata da cinghia, ecc.

 

(2) All'epoca, Guzzi e Benelli erano di un unico proprietario - De Tomaso - e vi era a magazzino, presso la Benelli, un'eccedenza di colore rosso, che  venne utilizzato anche in Guzzi, per le “V7 rosse” e, in seguito, anche per l’ “850 Le Mans” e altra produzione.

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            *** Sarà molto gradita, per l’aggiornamento di queste note, ogni ulteriore notizia e informazione sulle “Creole”.

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