Moto Guzzi V7

 

10  PARTICOLARI DA ESAMINARE CON CURA PRIMA DI ACQUISTARE

*** Una moto danneggiata o incompleta può essere una buona occasione;  purché il prezzo

     tenga conto dei costi di riparazione e ripristino delle parti danneggiate o mancanti.

               

1)   LE RUOTE

 

2)   LE MARMITTE

 

3)   LA RUGGINE

 

4)   LE CROMATURE

 

5)   I DOCUMENTI E IL NUMERO DI TELAIO

 

6)   LA COMPLETEZZA E GLI “ACCESSORI ORIGINALI”

 

7)   IL MOTORE

 

8)   L’IMPIANTO ELETTRICO

 

9)   LA VERNICE E I COLORI ORIGINALI

 

10) LA CARROZZERIA E LE AMMACCATURE

 

*** (CLICCA SUGLI ARGOMENTI PER APPROFONDIRE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1) LE RUOTE

La condizione delle ruote è molto importante per la sicurezza e per il costo.

La sicurezza si commenta da sola, visto che il V7 oltrepassa facilmente

i 100 Km/h. Il costo di una ruota da rifare totalmente, inclusi

gomma e freni è attorno ai 350 Euro (se fatto da un professionista).

Pertanto, se le ruote sono in cattivo stato, il valore della moto si sposta di

circa 700 Euro e se ne deve tener conto.

 

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2) LE MARMITTE

Sono pezzi costosi: circa 150/170 Euro l’una. Inoltre devono essere omologate,

ossia avere impresso, il DGM riportato anche sul libretto, o perlomeno essere

accompagnate da una dichiarazione del produttore; gli scarichi originali portano

anche impresso il marchio  “Moto Guzzi” e non sono più in produzione.

La mancanza di questi dati identificativi, soprattutto il DGM, può causare

problemi alla revisione biennale obbligatoria o ad eventuali altri controlli.

 

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3) LA RUGGINE

Non è solo un fatto estetico: si tenga conto che la ruggine intacca

gradualmente e sbriciola il metallo sino a ridurlo in polvere.

Quindi, al di là dell’estetica, si deve considerare un aspetto di sicurezza,

qualora ad essere intaccato fosse il telaio o altre parti vitali.

Il venditore, non di rado, pulisce parti intaccate con carta vetrata, un po’

di stucco e ricopre con qualche strato di vernice.

 

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4) LE CROMATURE

Ricromare le parti cromate non è un costo eccessivo,  ma, per farlo, bisogna

smontare la moto e questo costa.

Per valutare lo stato di una cromatura, è necessario analizzare il grado di

ossidazione e lo spessore dello strato di ruggine; grattando con un unghia

si può capire abbastanza bene se lo strato di cromo c’è ancora: l’unghia toglie,

senza raschiare (MAI usare lame, attrezzi metallici, carta vetrata o abrasiva),

un’incrostazione superficiale lasciando intravedere, sempre che ci sia ancora,

la lucentezza della cromatura sottostante:

- uno strato superficiale di ossidazione e ruggine si rimuove totalmente con

prodotti appositi;

- uno strato più profondo che non abbia comunque intaccato o rimosso lo

strato di cromo, è  ancora recuperabile, in modo abbastanza permanente

- quando la ruggine ha totalmente rimosso la ricopertura di cromo, anche

in qualche punto, la cromatura va rifatta.

Attenzione: molto spesso il venditore camuffa la ruggine coprendola con

prodotti/vernici simili alla cromatura, il cui aspetto è comunque ben lontano

dalla lucentezza originale del cromo. 

 

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5) I DOCUMENTI E IL NUMERO DI TELAIO

Ci sono varie possibilità:

- La moto è tuttora immatricolata e targata – Il caso più fortunato, perché

basterà recarsi all’ACI e fare il passaggio di proprietà; si tratta evidentemente

di un modello civile o di un militare immatricolato civile (ex Vigili Urbani

o altri Enti Comunali)

- La moto è “radiata” dal P.R.A. (Pubblico Registro Automobilistico), ma esistono

targa e libretto (almeno la targa) – All’ACI si può iscrivere nuovamente, con una

pratica non lunga, non complessa e non eccessivamente costosa: “Re-Iscrizione”.

- La moto non ha nulla – Alla Motorizzazione Civile si può re-immatricolare con

una pratica abbastanza lunga e complessa (in quanto è come se si trattasse di un

 veicolo di nuova produzione) e potranno essere richiesti accessori non originali

ma ora obbligatori: “Re-Immatricolazione”.

- La moto proviene dall’Esercito (ex targa militare ovviamente non presente) ed

esiste (sicuramente in tutti i casi di acquisto ex-asta dallo Stato) un “Dispaccio

Militare” ossia una specie di atto di vendita – Alla Motorizzazione Civile si può

immatricolare civile, con una pratica abbastanza lunga e abbastanza costosa

(anche in questo caso potranno essere richiesti accessori non originali ma ora

obbligatori, es. le frecce)

 

In tutti questi casi, prima dell’acquisto, è importante controllare che il numero

di identificazione della moto esista, sia corretto ed ovviamente, che corrisponda

a quello citato sui documenti esistenti.

Il V7 è identificato dal numero di telaio (non di motore) , localizzato sul canotto

di sterzo, parte destra (dietro il faro).

 

Per tutta la serie dei V7, le lettere che precedono e seguono i numeri identificano

 i modelli:

- dalla pagina “Numeri di Telaio” (accessibile cliccando qui a sinistra), sarà

possibile, conoscere il modello immatricolato all’origine (e, di conseguenza,

valutando un esemplare, rendersi meglio conto dell’originalità);

-  inoltre, per interpolazione, in base alle date degli esemplari registrati nella

tabella “Censimento”, si potrà,  risalire alla data di fabbricazione (pur se

approssimativa).

 

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6) LA COMPLETEZZA E GLI ACCESSORI “ORIGINALI”

 

Premessa.

Quelli a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, sono anni difficili sia per la Società

Moto Guzzi (in difficoltà strutturali e finanziarie) che per il mercato

motociclistico, in crisi per il boom del mercato automobilistico.

La moto, in quegli anni, per chi può permettersela, è, dopo la bicicletta, il

mezzo di trasporto economico per eccellenza; in questo ruolo, aumentando

il benessere, viene gradualmente sostituita dall’auto utilitaria, mentre non

esiste ancora il concetto attuale di moto/svago/divertimento (concetto che

nasce proprio allora ma solo per i ceti più abbienti). 

In questo stato di cose e nell’organizzazione aziendale di allora (la prima

informatizzazione inizierà solo, a fine anni ’70), non deve meravigliare

il fatto che la  Moto Guzzi e i suoi concessionari, per soddisfare le svariate

richieste di clienti privati ed enti pubblici, oltre che per esigenze di

magazzino e di bilancio, abbiano consegnato modelli personalizzati e

diversi dalla produzione ordinaria.

Per quanto sopra, le versioni base, sono affiancate da molte eccezioni e, per

chi, oggi, deve valutare un acquisto d’epoca, le cose sono ulteriormente

complicate da precedenti restauri, scritte, verniciature e colori errati; talvolta

per imprecisione, e talvolta nel tentativo di far apparire un modello per un altro.

Infine (importante per la corretta interpretazione delle definizioni che seguono),

nella successione tra le varie versioni e modelli, non c’è mai una netta linea

di demarcazione: ossia i modelli finali di una serie e i primi della successiva,

hanno spesso elementi comuni e “mescolati” (colori e accessori). In Moto Guzzi

è infatti sempre molto viva la sperimentazione; con vari prototipi, collaudi e

prove delle nuove produzioni; la cosa è resa possibile da una catena di montaggio

e da un’organizzazione non ancora informatizzata, e ancora molto “artigianale”.

 

Elementi Base

Telaio, sospensioni e ruote sono eguali per tutti i modelli, salvo piccole

variazioni.

 

Accessori inclusi e opzionali

Tutte le versioni hanno, di serie, il paracolpi anteriore, cromato e le maniglie

di tenuta per il passeggero, cromate, ai lati del sellone lungo (escluso

“California”).

Sono accessori supplementari il paracolpi posteriore, cromato (di serie sul

“California”) e il parabrezza, previsto nei modelli “rigido”(vetroresina e

plexiglass), per le versioni milirari e P.A. e “leggero” (plexiglass e montanti

cromati a vista), per le versioni civili (di serie sul “California”).

 

V7 700

Motore: 703,717 cc.

Colori:   bianco con filetti rossi; serbatoio con guance cromate, parte

superiore nera con filetti rosso/grigio; parafanghi in tinta con doppio

filetto rosso e grigio.

Scritte: aquila sul serbatoio e Moto Guzzi (piccolo) – “V7 700” e

cornice rosso/grigio sui laterali batteria, due filetti sui bauletti

Cruscotto: in alluminio lucidato ad un solo strumento

Sella: lunga biposto nera (monoposto per le versioni militari)

Freni: entrambi a tamburo; posteriore a camma singola; anteriore con

comando a doppia camma sul coprimozzo sinistro.

 

V7 700 (ultime produzioni 1975/1976 – da VS 00 FD)

Motore: 703,717 cc. - Il basamento presenta le nervature di rinforzo

già introdotte per i modelli 850 “GT” e “California”

Colori:  nero/rosso con filetti bianchi; serbatoio con guance cromate,

filetti circolari bianchi laterali e doppio rettangolo bianco sulla parte

superiore; parafanghi in tinta con filetti bianchi; talvolta cromati

Scritte: aquila sul serbatoio e Moto Guzzi (piccolo), bianchi – “V7 700”

e cornice bianca sui laterali batteria, filetti bianchi sui bauletti

Cruscotto: in alluminio lucidato o nero, ad un solo strumento

Sella: lunga biposto nera; talvolta monoposto tipo P.A.

Freni: entrambi a tamburo; posteriore a camma singola; anteriore a doppio

tamburo, con comandi a doppia camma sui coprimozzi sinistro e destro;.

 

V7 750 “Special”

Motore: 757,486 cc.

Colori: bianco con filetti rossi; serbatoio con guance cromate, parte

superiore nera con filetti rosso; parafanghi in tinta.

Scritte: aquila sul serbatoio e Moto Guzzi, grande, in campo nero, tra

striscie rosse orizzontali – “V7 Special” sui bauletti e filetto rosso - Fregio

a coda di freccia sui bauletti

Cruscotto: alluminio verniciato nero corrugato a due strumenti, 4 spie e

chiave contatto. 

Sella: lunga biposto nera (monoposto per le versioni militari)

Freni: entrambi a tamburo; posteriore a camma singola; anteriore con

comando a doppia camma sul coprimozzo sinistro.

 

V7 “850 GT” (prime produzioni 1972)

Motore: 844,05 cc. – Il basamento presenta nervature di rinforzo.

Colori: grigio/azzurro metallizzato (detto “Blu Avio”), nero; serbatoio con guance

cromate; parafanghi in tinta con grande filetto centrale in argento con filetti

laterali,  fini, rossi (autoincollante).

Scritte: sui due lati del serbatoio, “Moto Guzzi”, grande, bianca, su fondo nero,

tra filetti bianchi e rossi orizzontali e piccola Aquila dorata posta

anteriormente – “GT”, bianco, con fregio “V7” schematizzato,

a doppio filetto bianco sui copri batteria laterali – Doppio filetto bianco,

orizzontale sui bauletti (senza scritte) 

Cruscotto: alluminio verniciato nero corrugato a due strumenti, 4 spie e chiave

contatto. 

Sella: lunga biposto nera

Freni: entrambi a tamburo; posteriore a camma singola; anteriore con comando

a doppia camma sul coprimozzo sinistro (sino a VP 11999);

 

V7 “850 GT”(produzioni successive 1973/74)

Motore: 844,05 cc. – Il basamento presenta nervature di rinforzo.

Colori: bordeaux, verde scuro, nero, marrone metallizzati; serbatoio con guance

cromate (i primi esemplari) e tutto in tinta (i successivi); parafanghi cromati.

Scritte: sul serbatoio, “Moto Guzzi”, grande, bianca, tra filetti bianchi orizzontali -

- “850 GT”, bianco, con fregio “V7” schematizzato, a doppio filetto sui copri

batteria laterali – Doppio filetto bianco, orizzontale sui bauletti, con piccola

aquila bianca o oro, sottostante (senza scritte) 

Cruscotto: alluminio verniciato nero corrugato a due strumenti, 4 spie e chiave

contatto. 

Sella: lunga biposto nera

Freni: entrambi a tamburo; posteriore a camma singola; anteriore a doppio tamburo,

con comandi a doppia camma sui coprimozzi sinistro e destro (da VP 12000);.

 

V7 “850 California”

Motore: 844,05 cc. - Il basamento presenta nervature di rinforzo.

Colori: nero; serbatoio con guance cromate (i primi modelli); parafanghi cromati.

Scritte: Aquila piccola bianca e “Moto Guzzi” bianchi; serbatoio con filetti rotondi

bianchi sulle guance e doppio rettangolo bianco sulla parte superiore (per alcuni

esemplari) - “Moto Guzzi”, grande, bianca, tra filetti bianchi orizzontali (per alcuni

esempari); “850 California”, bianco, con fregio “V7” schematizzato, a doppio filetto

sui copri batteria laterali – Doppio filetto bianco, orizzontale sul bauletto destro 

Cruscotto: in alluminio lucido, con unico strumento e varie spie e comandi

(escluso blocchetto chiave di contatto posizionato sul lato sinistro della moto,

sotto il sellone). 

Sella: “rotonda”, grande, biposto colori bianco e nero, con cornice cromata

posteriore di appoggio e contenimento.

Freni: entrambi a tamburo; posteriore a camma singola; anteriore a doppio tamburo,

con comandi a doppia camma sui coprimozzi sinistro e destro (telai con sigla “VP”);

anteriore ad 1 disco sugli ultimi esemplari (telai con sigla VP1);.

Accessori e varianti inclusi: pedane appoggiapiedi larghe, manubrio largo,

”a corna”, piccolo portapacchi posteriore cromato, parabrezza in plexiglass

trasparente con sostegni e attacchi cromati, cavalletto laterale lungo, borse

laterali.

 

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7) IL MOTORE

Sul motore, ovviamente, ci sarebbe molto da dire. Resta comunque la parte più

difficile da valutare e, normalmente, chi acquista, non conosce bene il V7.

 

Genericamente si può consigliare di:

- interrogare a lungo il venditore per capire cosa ha fatto e come ha usato la moto

- richiedere le fatture di eventuali lavori di manutenzione fatti

- controllare l’olio (spesso, denota incuria e lunga inattività)

- pretendere di provare l’accensione e anche una prova su strada (spesso, la

motivazione per non accendere, da parte del venditore, è la mancanza o la

scarica della batteria)

 

A parte le migliorie tecniche introdotte, esteticamente, il motore ha subito

significative variazioni nei modelli GT e California, con le nervature di rinforzo

sul basamento. Stessi basamenti sono stati pure montati sulle ultime 700 cc,

prodotte nel 1975 e 1976.

 

Attenzione all’insidia dei “pochi chilometri”: molto spesso il venditore presenta

questa situazione come vantaggiosa; in realtà non lo è affatto, perché vuol dire

che la moto è stata lungamente ferma (trent’anni e più!) e facilmente, un po’

di umidità nel motore ha procurato ruggine e ossidazione in parti interne.

Alla rimessa in marcia (specie se non si operano i dovuti accorgimenti), dopo

non molti chilometri, possono prodursi guai seri, tali da rendere inevitabile

la revisione totale del motore.

Quindi, i pochi chilometri, sono un pregio solo se associati ad un uso limitato

ma costante e frequente.

 

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8) L’IMPIANTO ELETTRICO

E’ un punto importante da esaminare: se è in cattivo stato, si potranno

incontrare problemi gravi.

Rifarlo completamente non è né difficile né costoso: si tratta di qualche

metro di filo e non è necessario smontare la moto più di tanto (serbatoio

e sella)

 

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9) LA VERNICE E I COLORI ORIGINALI

Si può acquistare una moto “fuori tinta”; è una questione di gusti e può

piacere più dei colori “ufficiali”: l’importante è esserne consapevoli.

Ma bisogna sottolineare che ritornare alla tinta originale richiede un

certo prezzo: quindi, la moto fuori tinta ha meno valore, anche se la

vernice è lucida, perfetta e bellissima.

 

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10) LA CARROZZERIA E LE AMMACCATURE

Attenzione alle ammaccature sulla carrozzeria e specie sul serbatoio:

la riparazione è costosa.

Se la vernice presenta punti di ruggine e la moto va riverniciata, si

tenga presente che il costo è notevole (variabile a seconda dei carrozzieri)

ma non meno di 500 Euro per avere un buon lavoro (senza filetti).

Se è necessario rifare anche il telaio, si deve aggiungere un considerevole

costo di mano d’opera per smontaggio e rimontaggio.

Opportuno anche valutare lo stato interno del serbatoio: se presenta

ruggine, sarà necessario trattarlo con prodotti speciali (ca. 70 Euro).

 

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